Nuova Riveduta:

Atti 11:5

«Io ero nella città di Ioppe in preghiera e, rapito in estasi, ebbi una visione: un oggetto che scendeva, simile a una grande tovaglia, calata dal cielo per i quattro angoli, e giunse fino a me;

C.E.I.:

Atti 11:5

«Io mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e vidi in estasi una visione: un oggetto, simile a una grande tovaglia, scendeva come calato dal cielo per i quattro capi e giunse fino a me.

Nuova Diodati:

Atti 11:5

«Io stavo pregando nella città di Ioppe, quando fui rapito in estasi ed ebbi una visione: un oggetto, simile a un gran lenzuolo tenuto per i quattro capi, scendeva come se fosse calato giù dal cielo e giunse fino a me.

Riveduta 2020:

Atti 11:5

“Io ero nella città di Ioppe in preghiera e in un'estasi ebbi una visione; una certa cosa simile a un grande lenzuolo tenuto per i quattro angoli scendeva giù dal cielo e veniva fino a me;

La Parola è Vita:

Atti 11:5

«Un giorno a Giaffa», disse, «mentre stavo pregando, ebbi una visione: un enorme lenzuolo tenuto per i quattro capi scendeva dal cielo.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Atti 11:5

Io ero nella città di Ioppe in preghiera, ed in un'estasi, ebbi una visione; una certa cosa simile a un gran lenzuolo tenuto per i quattro capi, scendeva giù dal cielo, e veniva fino a me;

Ricciotti:

Atti 11:5

«Io ero nella città di Joppe, e stavo pregando, allorchè, rapito in estasi, ebbi una visione: vidi un oggetto simile a un gran lenzuolo, che, tenuto per le quattro estremità, scendeva giù dal cielo e veniva fino a me;

Tintori:

Atti 11:5

Io stavo in preghiera a Ioppe ed ebbi in estasi una visione: scendeva un non so che di simile a un gran lenzuolo, calato per le quattro cocche dal cielo, e giunse fino a me.

Martini:

Atti 11:5

Io era nella Città di Joppe, e orava, e ridi in un'estasi questa visione: scendeva un certo arnese come un gran lenzuolo, il quale pei quattro angoli veniva calato dal cielo, e arrivò sino a me.

Diodati:

Atti 11:5

Io era nella città di Ioppe, orando; ed in ratto di mente vidi una visione, cioè una certa vela, simile ad un gran lenzuolo, il quale scendeva, essendo per li quattro capi calato giù dal cielo; ed esso venne fino a me.

Commentario abbreviato:

Atti 11:5

Capitolo 11

La difesa di Pietro At 11:1-18

Il successo del Vangelo ad Antiochia At 11:19-24

I discepoli chiamati Cristiani, Soccorso inviato in Giudea At 11:25-30

Versetti 1-18

Lo stato imperfetto della natura umana appare con forza quando le persone pie sono dispiaciute persino di sentire che la parola di Dio è stata accolta, perché il loro sistema non è stato seguito. E siamo troppo inclini a disperare di fare del bene a coloro che, messi alla prova, si dimostrano molto istruibili. È la rovina e il danno della chiesa, escludere da essa e dal beneficio dei mezzi di grazia coloro che non sono in tutto come noi. Pietro ha spiegato l'intera faccenda. Dovremmo sempre sopportare le infermità dei nostri fratelli; e invece di offenderci o rispondere con calore, dovremmo spiegare le nostre ragioni e mostrare la natura delle nostre azioni. È certamente giusta la predicazione con cui viene dato lo Spirito Santo. Sebbene gli uomini siano molto zelanti per i loro regolamenti, dovrebbero fare attenzione a non opporsi a Dio; e coloro che amano il Signore lo glorificheranno quando saranno sicuri che ha dato il pentimento alla vita a qualche compagno peccatore. Il pentimento è un dono di Dio; non solo la sua grazia gratuita lo accetta, ma la sua potente grazia lo opera in noi, la grazia ci toglie il cuore di pietra e ci dà un cuore di carne. Il sacrificio di Dio è uno spirito spezzato.

Riferimenti incrociati:

Atti 11:5

At 10:9-18
At 22:17; 2Co 12:1-3
Ger 1:11-14; Ez 2:9; Am 7:4-7; 8:2

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